Di Scuola Calcio Don Bosco 1963 - 2013.
Nei prossimi post saranno usati spesso i termini "settore giovanile" e "scuola calcio" e forse e' bene, per far capire meglio di cosa si parla, cercare di dare un significato ai due termini.
Per "settore giovanile" si intende quell'attività' sportiva che comprende complessivamente le categorie che vanno dai più piccoli delle annate 2008-2007-2006, denominati "piccoli amici", ai più grandi dal 1996 in poi detti "juniores", passando per i pulcini 2005- 2004-2003, esordienti 2002 - 2001, giovanissimi 2000 -1999, e allievi 1998 - 1997.
Fa parte del settore giovanile la “scuola calcio” che comprende quell’attività’ che coinvolge i piccoli amici, i pulcini e gli esordienti.
Tale attività’ è prevalentemente rivolta all’insegnamento del gioco del calcio da parte degli istruttori-allenatori che hanno il delicato compito di fungere anche da educatori per ragazzi che intendono il calcare un campo da calcio come vero e proprio “gioco-divertimento”.
In questa fase non si mira a far crescere dei piccoli campioni ma si privilegia l’aspetto ludico-motorio e non deve esistere porre maggiore attenzione su di un ragazzo, magari già in possesso di qualche dote calcistica naturale, a discapito di altri chissà meno “dotati”, lo dimostra il fatto che le regole della FIGC prevedono che tutti i “giocatori” siano impegnati in egual modo nelle varie “partite” di “campionato.
Con il passaggio alla categoria “giovanissimi” e poi più su con gli “allievi” e “juniores” si entra nella fase “agonistica” e qui, anche se bisogna sempre tener conto del fattore “educativo” del fare sport, subentra l’elemento del raggiungimento di un risultato utile per la squadra.
Questo comporta l’attuazione delle cosi dette “scelte tecniche” da parte dell’allenatore che deve mettere in campo la squadra “migliore” tenendo sempre e comunque conto di altri fattori come: la presenza costante e l’impegno negli allenamenti, il comportamento e la situazione fisica del momento dei vari giocatori a disposizione.
Anche la Società in questo è “costretta” a organizzarsi per far si che si creino gruppi omogenei e squadre che mirino sì alla vittoria, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo di far crescere ancora i propri giovani atleti sia calcisticamente sia come “futuri uomini”.
Per "settore giovanile" si intende quell'attività' sportiva che comprende complessivamente le categorie che vanno dai più piccoli delle annate 2008-2007-2006, denominati "piccoli amici", ai più grandi dal 1996 in poi detti "juniores", passando per i pulcini 2005- 2004-2003, esordienti 2002 - 2001, giovanissimi 2000 -1999, e allievi 1998 - 1997.
Fa parte del settore giovanile la “scuola calcio” che comprende quell’attività’ che coinvolge i piccoli amici, i pulcini e gli esordienti.
Tale attività’ è prevalentemente rivolta all’insegnamento del gioco del calcio da parte degli istruttori-allenatori che hanno il delicato compito di fungere anche da educatori per ragazzi che intendono il calcare un campo da calcio come vero e proprio “gioco-divertimento”.
In questa fase non si mira a far crescere dei piccoli campioni ma si privilegia l’aspetto ludico-motorio e non deve esistere porre maggiore attenzione su di un ragazzo, magari già in possesso di qualche dote calcistica naturale, a discapito di altri chissà meno “dotati”, lo dimostra il fatto che le regole della FIGC prevedono che tutti i “giocatori” siano impegnati in egual modo nelle varie “partite” di “campionato.
Con il passaggio alla categoria “giovanissimi” e poi più su con gli “allievi” e “juniores” si entra nella fase “agonistica” e qui, anche se bisogna sempre tener conto del fattore “educativo” del fare sport, subentra l’elemento del raggiungimento di un risultato utile per la squadra.
Questo comporta l’attuazione delle cosi dette “scelte tecniche” da parte dell’allenatore che deve mettere in campo la squadra “migliore” tenendo sempre e comunque conto di altri fattori come: la presenza costante e l’impegno negli allenamenti, il comportamento e la situazione fisica del momento dei vari giocatori a disposizione.
Anche la Società in questo è “costretta” a organizzarsi per far si che si creino gruppi omogenei e squadre che mirino sì alla vittoria, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo di far crescere ancora i propri giovani atleti sia calcisticamente sia come “futuri uomini”.
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